Fotografare con lo smartphone - Lezione 2

Nonostante gli smartphone siano ormai gli strumenti fotografici più utilizzati, le tecniche per sfruttarli al meglio sono poco conosciute. Proviamo a colmare questa lacuna!

Dopo aver appreso alcune nozioni tecniche nella scorsa lezione, andiamo avanti con altri consigli utili per fotografare con lo smartphone!

INIZIAMO A SCATTARE

2.1 – Impugnatura e stabilizzazione

Osservando la gente fare foto col cellulare, potremmo notare diversi “stili” nell’impugnarlo; dai più convenzionali a quelli improbabili ed estremi. Si può addirittura vedere qualcuno fotografare mentre cammina, forse per massimizzare i tempi e riuscire a rispettare la propria tabella di marcia…
Se il nostro intento è però quello di fotografare in modo decente, non si possono ignorare le tecniche per evitare le foto mosse.

Foto 5: ecco come si impugna il telefono in orizzontale.
Foto 6: ed ecco invece l'impugnatura corretta in verticale.

A prescindere che il nostro telefono sia dotato o meno di qualche tecnologia di stabilizzazione, esso va impugnato con due mani e con le braccia aderenti al corpo fino ai gomiti, muovendo solo gli avanbracci per regolare l’inquadratura. Questo consiglio è valido sia utilizzando il telefono in orizzontale che in verticale (foto 5 e 6); in quest’ultimo caso le mani dovranno sovrapporsi, lasciando un dito libero per scattare. Bisogna inoltre fare attenzione a non mettere le dita troppo vicine all'obiettivo, altrimenti potrebbero finire nell'inquadratura.
Dovremo stare fermi il più possibile al momento dello scatto. Se la luce è scarsa e riteniamo che il telefono possa usare tempi di esposizione troppo lenti, diventa utile un terzo punto d’appoggio (un parapetto, ad esempio), a patto che questo ci consenta di ottenere l’inquadratura che vogliamo.

E come fare per scattare un selfie? In tal caso è impossibile usare entrambe le mani e tenere le braccia aderenti al corpo. Qui la regola va necessariamente trasgredita, e dovremo impugnarlo in modo meno sicuro. Bisogna comunque mantenere il più possibile una presa stabile, che ci consenta di evitare foto mosse. A tal fine, visto che in molti casi dovremmo tenere il cellulare con una sola mano, può essere utile impostare come comando dello scatto i tasti volume. In alcune situazioni potremmo usare come punto d’appoggio una parete, premendovi contro il telefono e garantendoci una presa decisamente più stabile.

I telefoni di fascia medio alta e alta dispongono di alcuni sistemi di stabilizzazione dell’immagine, che possono farci ottenere buoni risultati anche in condizioni di luce scarsa. In particolare è utile la stabilizzazione ottica: le componenti della fotocamera si muovono in modo da compensare il nostro movimento e annullare il mosso che avremmo provocato. Tuttavia l’avere a disposizione questo vantaggio (che spesso è presente nella sola fotocamera principale) non ci rende liberi di impugnare il telefono a caso.

Foto 7: il grandangolo enfatizza la prospettiva. La fila di carrelli, vista a occhio nudo appariva decisamente più corta, ma l'obiettivo fa sembrare più lunghe le distanze.

2.2 – La fotocamera principale e le sue caratteristiche

Sebbene molti telefoni siano dotati di più fotocamere nella parte posteriore (quella opposta al display, per intenderci), non tutte hanno lo stesso livello di prestazioni. Solitamente vi è una fotocamera che si distingue per dimensioni del sensore, risoluzione, apertura e presenza di particolari tecnologie (quadbayer, stabilizzazione ecc.): questa è la fotocamera principale. Nei telefoni multicamera, nella schermata principale dell’app fotografica sono visibili dei puntini nella parte bassa dello schermo, affiancati da numeri corrispondenti a vari livelli di zoom; questi servono per passare da una fotocamera all’altra e la fotocamera principale è sempre contraddistinta dal livello di zoom 1x. Essa infatti fornisce l’inquadratura standard per i telefoni cellulari, cioè quella grandangolare.
Il grandangolo fornisce un campo di ripresa piuttosto ampio e una prospettiva differente rispetto alla vista umana. Se osserviamo un soggetto ad occhio nudo e poi lo inquadriamo col nostro smartphone, ci accorgiamo subito che nel display esso apparirà più lontano. Le distanze vengono enfatizzate, a volte in modo estremo e grottesco. Questa proprietà è ben conosciuta e sfruttata in ambito fotografico. Usato a dovere, un grandangolo può infatti creare immagini con un forte senso della prospettiva (foto 7 ); è invece del tutto inadatto per fotografare, ad esempio, la luna.
I soggetti lontani sono il punto debole di questa fotocamera, pertanto si consiglia di lasciarli perdere e di concentrarsi su quello a cui è possibile avvicinarsi.

Foto 8: inclinando la fotocamera per riprendere la facciata, tutti gli elementi disposti su file parallele (le finestre ad esempio) formano delle linee convergenti.

Un’altra caratteristica ben nota dei grandangoli, che si inserisce nel discorso prospettico, è la netta deformazione delle linee rette quando si inclina la fotocamera. Inclinare la fotocamera è un espediente usato per fare in modo che le immagini colpiscano di più; un classico esempio è la ripresa di un palazzo, inclinandola verso l’alto in modo da avere le linee della facciata che tendano a convergere verso un lontano punto immaginario, pur essendo in realtà delle parallele (foto 8). Oppure quando ci si trova ai piedi di un edificio (o di un monumento) imponente, e si vuole dare un senso quasi di disagio all’osservatore, facendo sembrare più grande la base della costruzione e dando l'idea di qualcosa che incombe sull'osservatore (foto 9).

Foto 9: questo castello è stato fotografato da una posizione più bassa rispetto all'altura dove sorge, inclinando il cellulare verso l'alto. L'immagine causa quasi un senso di oppressione.


Nel fotografare una persona con la fotocamera principale, poiché le distanze vengono enfatizzate, converrà avvicinarsi di più al soggetto. Attenzione però a non esagerare, perché il grandangolo provoca un’evidente deformazione dei volti  a corta distanza (foto 10). Bisogna cercare di tenere il telefono dritto e ben allineato, senza tentare di fare primi piani del viso, riprendendo invece la persona a mezzo busto (o a figura intera).

Foto 10: scusate la faccia, ma era necessaria per convincervi a non fare mai foto così ravvicinate a una persona con un grandangolo.

2.3 – La fotocamera per i selfie e il problema del “braccino corto”

Nella parte anteriore i nostri smartphone sono dotati di una fotocamera il cui scopo è ormai noto a tutti: riprendere noi stessi. L’inquadratura è più o meno la stessa della fotocamera principale appena discussa; anche qui abbiamo un campo visivo grandangolare che tende ad allontanare il soggetto. Dovendola utilizzare a poca distanza, è una scelta assolutamente ragionevole. Se vogliamo fotografarci in modo corretto, dobbiamo seguire le regole già viste per la fotocamera principale, evitando di inclinare il dispositivo e di avvicinarlo troppo. Seguendo questi consigli i vostri selfie saranno dei normali ritratti, che potrete anche stampare senza vergognarvi; con un po’ di pratica vi sarà possibile includere nella foto anche vostro figlio di pochi mesi, o i vostri amici animali che terrete in braccio (foto 11).

Foto 11: con un po' di pratica sarà possibile farsi dei selfie evitando facce e pose grottesche, magari anche assieme al vostro pargolo.

La difficoltà principale si ha nel momento in cui volete utilizzare la fotocamera anteriore per ritrarre, oltre a voi, un intero gruppo di persone; la maggior parte di queste foto infatti viene scattata con inquadrature storte e innaturali al solo scopo di far stare tutti nell’immagine. Non solo, ma a causa dell’impugnatura precaria utilizzata dal fotografo, le foto potranno pure venire mosse. Purtroppo le nostre braccia non sono abbastanza lunghe da allontanare il telefono a sufficienza per inquadrare tutti. L’ideale sarebbe l’utilizzo di un bastone da selfie; diventando una sorta di prolunga per il vostro braccio, questo accessorio vi permetterà di risolvere il problema, riuscendo a far stare tutti nella scena senza troppe difficoltà.
Ma cosa fare se non abbiamo altro che le nostre braccia? Ben poco, ma qualcosa si può comunque fare. Per esempio, se le persone da fotografare sono troppe, invece di disporsi fianco a fianco si potrebbe optare per una foto in cui ciascuno si posizioni dietro all’altro, creando un effetto prospettico. Chi realizza lo scatto dovrebbe in ogni caso ruotarsi di lato e allungare il più possibile il braccio con cui tiene il telefono, occupando uno dei lati dell’inquadratura e lasciando il resto dell’immagine libera per gli altri (foto 12).

Foto 12: qui Alessandro si è disposto di lato, lasciando spazio per Edoardo e Marco. Anche se il volto del fotografo appare un po' deformato, era il meglio che si poteva fare.

ESERCIZIO 3: prove pratiche, poi per conto vostro realizzate almeno una foto per ognuna delle situazioni esaminate

Alla prossima lezione!

Per continuare il corso cliccate qui!