In questa lezione del corso di fotografia con lo smartphone vedremo gli effetti che la luce può avere sulle nostre foto e impareremo le tecniche per contrastare le situazioni di luce sfavorevole.
LEZIONE 3 – LA LUCE
3.1 – Luce alle spalle o di fronte
Parleremo ora di un aspetto importantissimo in fotografia: la gestione della luce. Il modo in cui verranno le nostre foto dipende infatti dalla qualità della luce e dalla nostra posizione rispetto ad essa. Per quanto riguarda la qualità, si entra in un ambito principalmente artistico, dove la sensibilità personale conta più di tutto il resto. Molti fotografi prediligono scattare in particolari momenti della giornata, ad esempio durante il tramonto, quando la luce del sole assume una particolare gradazione e il cielo colori spettacolari. Ciò non significa che in altre situazioni non si possano realizzare belle foto, ma indubbiamente la scelta di uno specifico momento della giornata può aiutare a realizzare immagini più gradevoli.
Per quanto riguarda la nostra posizione rispetto alla sorgente luminosa, entrano invece in scena degli aspetti tecnici fondamentali, che è necessario conoscere.
Vi sono alcune situazioni in cui il nostro posizionamento nei confronti della luce è irrilevante; se ad esempio ci troviamo all’aperto, durante una giornata nuvolosa, l’illuminazione ambientale sarà più o meno uniforme in ogni direzione. La stessa situazione potrebbe presentarsi in un ambiente chiuso in cui l’illuminazione artificiale fornisca una luce ben diffusa. In questi casi sarà più facile evitare forti contrasti e ombre nette, e fotografare un soggetto in una direzione o l’altra non farà differenza.
In una giornata di sole invece, soprattutto quando lo stesso si trova basso rispetto all’orizzonte, vedremo una netta differenza nelle foto che scatteremo a seconda della nostra posizione.
Quando abbiamo la fonte di luce alle spalle, il nostro problema principale saranno le ombre, che tendono a essere molto lunghe. Tutti gli oggetti molto alti (alberi, palazzi ecc.) proiettano ombre che possono oscurare parti significative della scena (foto 13); Anche la nostra ombra potrebbe esserci d’ostacolo (foto 14), e talvolta sarà necessario cambiare posizione o abbassarsi per non farla finire nell’immagine, se non proprio sul soggetto che stiamo fotografando.
Dove non arrivano le ombre, avremo delle zone ben illuminate, che dovremo cercare di sfruttare al meglio; se per esempio stiamo fotografando una persona, dovremo dirgli di mettersi in una posizione che non sia oscurata. Quando la luce del sole è molto forte, come spesso accade nei mesi estivi, le ombre tendono a essere scurissime e, se si trovano accanto ad aree illuminate, potrebbero creare situazioni di forte contrasto, tali da mettere in crisi il sensore (ne abbiamo parlato nella lezione 1).
Quando invece abbiamo la fonte di luce di fronte (siamo cioè in controluce), oltre a poterne venire accecati e non riuscire a inquadrare bene col display, il soggetto risulterà in ombra (foto 15). Nei casi più estremi lo vedremo solo come una silhouette scura rispetto allo sfondo luminoso. Ci potrà poi capitare di vedere apparire nelle foto artefatti (denominati flare) dovuti ai riflessi di luce sull’obiettivo (foto 16), per evitare i quali dovremo cambiare angolazione. Anche in questa situazione, quando la luce è forte, c'è il rischio di contrasti tra luci e ombre troppo alti, impossibili da gestire per il sensore.
Lo scatto in controluce di solito viene realizzato di proposito, proprio per avere la silhouette di un soggetto o per i particolari giochi di ombre che vengono proiettate nella direzione del fotografo.
Essere in controluce non significa soltanto avere di fronte il sole, o un’altra fonte di luce diretta; possiamo infatti una situazione simile se vogliamo, ad esempio, fotografare un soggetto con una finestra alle spalle (foto 17). In questo caso faremo fatica a realizzare una foto correttamente esposta in tutte le sue parti; molto più spesso accadrà di esporre correttamente o lo sfondo (col soggetto che risulterà scuro) o il soggetto (bruciando lo sfondo).
Quelle appena descritte sono situazioni molto comuni dove, non considerando l'influenza della luce e delle ombre, è molto facile fare errori. Tenendone invece conto, ci si sposterà e si cercheranno le angolazioni migliori da cui è possibile fotografare senza che il soggetto venga oscurato dalle ombre o che il sensore del telefono venga messo in crisi. Vi sono tuttavia degli strumenti di cui lo smartphone dispone per affrontare le situazioni più difficili: il flash e la modalità HDR.
3.2 – Usare il flash
Tutti gli smartphone sono dotati di flash nella parte posteriore; molti utenti se ne servono solo per illuminare soggetti completamente al buio, ma vi sono anche delle situazioni in pieno giorno in cui utilizzarlo può fare la differenza. Qui bisogna fare però una premessa: il flash degli smartphone ha generalmente una potenza molto scarsa e utilizzandolo bisognerà tener conto del suo limitato raggio d'azione .
Il flash può servire nella fotografia di soggetti in controluce. Esponendo in modo corretto lo sfondo luminoso (agendo nel caso sul touchscreen), vedremo il soggetto diventare scuro; se però è a portata di flash, il lampo lo illuminerà e la foto verrà esposta meglio in tutte le sue parti (foto 18).
E’ sempre meglio evitare il flash quando entro la sua portata troviamo superfici riflettenti; queste infatti riflettono la luce formando artefatti ben visibili (foto 19). Quando invece un soggetto si trova molto vicino a una parete di colore chiaro, il flash causa delle ombre molto scure e poco gradevoli (20).
In linea di massima si può dire che il flash va utilizzato, vista la sua scarsa portata, quasi esclusivamente nel fotografare soggetti che si trovano a distanze corte.
Si è parlato di usare il flash nel modo classico, sparando un lampo durante lo scatto, anche se in molti casi nulla vieta di usarlo nella modalità torcia, come luce continua; in certe situazioni può anzi essere utile avere l'anteprima di come verrà la foto. L'uso a luce continua non è però una buona idea se il soggetto non collabora; per esempio, se vogliamo fotografare un animale è molto meglio il lampo, poiché la torcia potrebbe disturbarlo e farlo scappare via, impedendoci di fargli anche una singola foto.
In tutti i telefoni il flash è attivabile/disattivabile dalla schermata principale dell'app fotocamera (foto 21 e 22). Non va mai utilizzata la modalità flash automatico: difficilmente il cellulare sarà in grado di capire quando vogliamo o meno utilizzarlo. Meglio lasciarlo disattivato e attivarlo quando serve.
ESERCIZIO 5: provare a utilizzare il flash nelle situazioni sopra descritte
3.3 – Uso della modalità HDR
Abbiamo appena visto che l’aiuto fornito dal flash è limitato ad alcune situazioni specifiche; esiste però un ulteriore strumento da utilizzare per ottenere un’esposizione più ottimale in situazioni di luce difficile: la modalità HDR.
HDR è l’acronimo per “High Dinamic Range”, (gamma dinamica elevata); I sensori dei cellulari sono noti per la loro scarsa gamma dinamica, hanno cioè una limitata capacità di esporre correttamente immagini in cui sono presenti aree molto buie e altre molto illuminate. Come è possibile allora ottenere una gamma dinamica più elevata? Tramite la fusione di più immagini; il cellulare, in modalità HDR, scatta (generalmente) tre foto esposte diversamente, e le combina assieme in modo da ottenere da ogni foto una parte di immagine esposta correttamente: toni intermedi, alte luci e ombre. In questo modo l’immagine risultante sarà più bilanciata (foto 23 e 24), e non avremo luci bruciate né ombre troppo scure.
La modalità HDR standard è basata su tre scatti: uno esposto secondo i parametri che il telefono giudica ottimali, uno sovraesposto di un livello (raddoppiando in genere la durata del tempo di esposizione rispetto a quello ottimale) e infine uno sottoesposto, sempre di un livello (dimezzando la durata del tempo di esposizione). Vi sono tuttavia delle modalità HDR più avanzate; negli IPhone più recenti ad esempio, il software utilizza una modalità HDR con un numero di scatti superiore, denominata HDR smart. In alcuni telefoni Android è invece possibile installare delle app fotocamera alternative a quella fornita dal produttore (la più famosa è Google Camera), che consentono di scegliere tra la modalità HDR classica e altre più performanti.
Anche in modalità HDR potrà essere necessario aggiustare il punto di esposizione intermedia tramite il touchscreen, per ottenere risultati più soddisfacenti.
L'unica controindicazione nel fotografare in HDR è che, dovendo scattare più immagini, trascorre un certo lasso di tempo tra la prima foto e l’ultima, pertanto la ripresa di soggetti in movimento potrà portare a vederli mossi (foto 25).
Per attivare la funzione HDR, negli smartphone Android (e nei vecchi IPhone fino al modello X) è presente un apposito comando nella schermata principale dell'app fotocamera (foto 26 e 27).
Gli utenti IPhone che posseggono uno dei modelli dotati di HDR smart (dall' IPhone XS in poi) troveranno tale funzione già inserita in automatico; il telefono utilizzerà la sua intelligenza artificiale per valutare quando farne uso. Fino al modello 12 (tutte le versioni) è prevista tuttavia la possibilità di disattivarla: entrando nel menù impostazioni del telefono, alla voce fotocamera (foto 28), si trova il comando per attivare o disattivare la funzione. Lasciandola disattivata, nella schermata principale della fotocamera comparirà il comando HDR (foto 29), che permetterà tuttavia l'utilizzo della sola modalità HDR standard.
Dal modello 13 in poi la funzione HDR smart non può essere disattivata, e bisognerà affidarsi alle scelte fatte dal telefono.
Gli sviluppatori affermano tuttavia che avere tale funzione sempre attiva sia solo un vantaggio.
Riassumendo, la modalità HDR torna utile in molte situazioni, a patto di avere soggetti relativamente statici. In particolare è ideale per le foto di paesaggio, dove le condizioni critiche per i sensori si realizzano più spesso. In questo ambito nulla vieta di fotografare in HDR anche quando le condizioni permettono una foto standard; vedrete che alcuni dettagli risalteranno di più (le nuvole ad esempio).
ESERCIZIO 6: provare la modalità HDR in varie situazioni
3.4 - Quando scende la notte
Parlando della luce, abbiamo dato finora una cosa per scontata: che sia presente. Ma cosa fare quando l'illuminazione ambientale si affievolisce fino a venire meno del tutto (o quasi)? Possiamo senz'altro affermare che questo non è il campo di applicazione ottimale degli smartphone. Negli ultimi anni vi sono stati però dei progressi; la maggior parte dei telefoni in vendita dispone infatti di una speciale modalità "Foto notturna", chiamata in vari modi a seconda della marca e del modello. Il funzionamento è simile alla modalità HDR: il telefono scatta più foto in rapida successione, combinando diverse immagini (si tratta anche di 20 e più scatti) per ottenere un livello d'illuminazione ottimale e una qualità di dettaglio migliore rispetto a quanto si otterrebbe con una foto standard. L'efficacia varia da modello a modello, ovviamente quelli dotati di sensore più grande e obiettivo più luminoso forniscono risultati migliori.
Senza voler considerare gli exploit più sorprendenti dei dispositivi di punta e l'utilizzo della modalità notturna in abbinamento al treppiede (che contrasta un po'con la filosofia della mobilephotography), bisogna dire che tale funzione viene utile non tanto al buio completo, bensì in situazioni di luce molto bassa. Ad esempio, appena dopo il tramonto (o poco prima dell'alba), si ha un lasso di tempo denominato "ora blu" in cui il cielo assume un colore bluastro perché riverbera la luce del sole. In tale situazione la modalità notturna può fare la differenza (foto 30).
Come già visto per l'HDR, anche questa modalità è sconsigliata in presenza di soggetti in movimento.
Alla prossima lezione!
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