La messaggistica istantanea è entrata, senza chiedere troppi permessi, nella vita di tutti noi. WhatsApp, Telegram e Signal sono solo alcune delle applicazioni che utilizziamo quotidianamente per comunicare con amici, clienti e colleghi in ogni parte del mondo.
Internet Relay Chat (IRC) è un protocollo aperto (RFC 1459) che permette agli utenti di scambiarsi messaggi di testo in tempo reale su Internet. Nell'agosto del 1988 Jarkko Oikarinen, mentre lavorava all'Università di Oulu in Finlandia, programmò il primo server IRC e i programmi client.
Attualmente Facebook, Twitter e altre piattaforme di social media hanno in parte sostituito questo tipo di protocollo. È un peccato, perché IRC è decisamente meglio quando abbiamo bisogno di supporto tecnico, specialmente per il software open-source. In molti casi possiamo infatti ottenere aiuto direttamente dagli sviluppatori stessi.
Potremmo pensare che IRC sia morto, ma è in realtà ancor oggi usato per alcuni servizi; il fatto che una tecnologia sia "vecchia" non significa che non valga la pena di utilizzarla!
Infatti Twitch, la piattaforma di Amazon dedicata allo streaming, utilizza proprio il protocollo IRC per consentire le comunicazioni tra gli abbonati. Esisite un ulteriore esempio: Freenode. Si tratta di una delle reti IRC più usate da sviluppatori e programmatori, dove è possibile confrontarsi su tematiche relative all'open source, tecnologia e qualsiasi altro argomento.
Certo, a confronto di protocolli moderni, IRC presenta dei limiti sostanziali. Ad esempio, per poter comunicare agevolmente bisogna essere collegati nello stesso momento, e alcune configurazioni tecniche disincentivano gli utenti meno "pazienti" a utilizzare questa tecnologia. Per ottenere funzionalità simili agli standard odierni, bisogna procedere con l'installazione di appositi bot.
Non mancano invece aspetti interessanti, come la possibilità di partecipare a conversazioni scegliendo liberamente un nickname. Esistono poi dei server, discretamente frequentati, dove non viene richiesta alcuna registrazione. Attenzione però, perchè questo non significa essere completamente anonimi!
Come la posta elettronica, IRC fu una delle applicazioni che contribuirono alla diffusione della rete Internet, permettendo la nascita di comunità laddove la distanza lo avrebbe, solo poco tempo prima, reso impossibile. Usando un client IRC, gli utenti potevano infatti connettersi ai server IRC e messaggiare in tempo reale con persone di tutto il mondo unendosi a gruppi più grandi (canali). Anche se questo è ora la norma, a fine anni '80 non era così.
IRC è uno standard aperto; non appartiene a nessuno e chiunque ha quindi la possibilità di leggere le specifiche e realizzare un software client o server. Questa è una grande opportunità in quanto, a differenza dei social media più diffusi, si evita il rischio che la tecnologia smetta improvvisamente di funzionare qualora l'azienda proprietaria dovesse fallire oppure venire acquisita. Proprio ciò che è successo ultimamente per alcuni servizi web...
È sbagliato pensare che il protocollo IRC sia solamente un feticcio da nerd; durante il tentato colpo di Stato in Unione Sovietica e la Guerra del Golfo venne utilizzato per aggirare la censura. Nell'archivio Ibiblio[1] sono conservati i registri delle conversazioni di questi ed altri importanti eventi.
Per entrare su IRC la prima cosa di cui abbiamo bisogno è un client; in rete troveremo una vasta scelta di software e applicazioni. Se il nostro computer è in grado di collegarsi a internet, è probabile che ci sia un client IRC adatto ad esso.
Ecco alcuni dei principali client per le piattaforme moderne:
- HexChat https://hexchat.github.io
- mIRC (solo Windows) https://www.mirc.com
- LimeChat (solo Mac OS e iOS) http://limechat.net/mac/
In un passato non troppo distante, generazioni di "smanettoni" hanno potuto partecipare a romantiche IRCwar e, a inizio millennio, sperimentare i nascenti sistemi di crittografia end-to-end in tempo reale, grazie al protocollo Off-the-Record Messaging (OTR).
Giovani e meno giovani hanno in tal modo imparato le basi dell'informatica; la netiquette di alcuni canali imponeva (e impone) lo studio da autodidatta, stimolando, con un metodo piuttosto duro, la passione per una materia che esige un forte esercizio pratico per essere compresa appieno.
Lasciamo approfondire la ricerca ai più curiosi, chissà che magari non troveranno, collegati a qualche server, gli autori de Il Cibernetico...
Per il resto, RTFM! (indaghi chi non conosce il significato) :)
[1] http://www.ibiblio.org/pub/academic/communications/logs/Gulf-War/
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