La certificazione del Criminologo UNI 11783:2020

Esempio di un tema d'esame

La criminologia è un argomento che suscita molto interesse, per la diffusione data da libri e serie TV. Occorre però un chiarimento su cosa sia esattamente questa materia: la criminologia è una scienza autonoma che raccoglie conoscenze tecniche e pratiche solo in relazione alle persone, occupandosi dello studio del reato, del reo e della vittima.
Inquadra la devianza in generale (e quindi il soggetto deviante, il fenomeno sociale, la prevenzione e la repressione del fenomeno stesso e delle persone devianti), studia la criminalità (cioè il reo, il mezzo usato per commettere il reato e le relazioni sociali alle condotte criminali). Il tutto attraverso numerose teorie generali.

Per svolgere il suo lavoro, il criminologo deve ottenere la certificazione UNI 11783 superando un esame, composto da due prove scritte e un orale. Una delle due prove scritte per la certificazione è un "tema", da svolgersi in 90 minuti, la cui traccia normalmente riguarda un ipotetico delitto.

In una recente prova d’esame l’ipotetico delitto è avvenuto a seguito di una rissa scatenatasi nel corso di uno spettacolo all'aperto. Nel "tema" bisognava indicare: le attività poste in essere per la ricostruzione dei fatti, eventuali elementi di responsabilità e eventuali attività dirette all'identificazione del responsabile dell'omicidio.
A seguire, vorremmo mostrare una ipotesi corretta di svolgimento del "tema", nella quale l’esaminando si immedesima nel criminologo incaricato delle indagini.

Mi trovavo sulla scena del crimine in quanto partecipante allo spettacolo, ed erano appena pervenute le forze dell'ordine, circa dieci minuti dopo l’evento. In ausilio alle stesse effettuavo pertanto il sopralluogo, che è l'insieme delle attività da porre in essere sulla scena del delitto. Quindi procedevo con l'osservare, individuare e raccogliere tutti gli elementi utili alla ricostruzione del fatto delittuoso, per l'individuazione del colpevole. Mi assicuravo prima di tutto che la scena del crimine rimanesse inalterata fino all'arrivo del personale tecnico-scientifico, cosa che peraltro già stava facendo la polizia giudiziaria isolando il luogo del reato con del nastro bicolore. Inoltre, veniva inibito l'accesso alla zona delimitata a tutte le persone non autorizzate. Procedevo quindi con il pianificare l'attività di ricerca dei reperti, con la descrizione scritta della scena del crimine tramite disegno a mano libera, con la rappresentazione fotografica, con la raccolta dei reperti.

Dato che la zona era ampia e all'aperto, decidevo di procedere al sopralluogo mediante metodo a spirale, procedendo dal generale al particolare e da destra verso sinistra. L'attività era particolarmente agevole, in quanto nei pressi del cadavere il suolo era in cemento, e nelle immediate vicinanze non vi erano costruzioni di sorta o autoveicoli. Vi erano tuttavia numerosi rifiuti (lattine, bottiglie, mozziconi di sigarette, fazzoletti di carta e altro).

La polizia giudiziaria mi riferiva che non era stato possibile identificare i partecipanti allo spettacolo, in quanto i biglietti di ingresso non erano nominativi. Tuttavia il pronto soccorso aveva comunicato all'autorità giudiziaria le identità dei feriti. Avrei quindi intervistato appena possibile tali persone, presso i loro domicili o direttamente all'ospedale.

Indossate le protezioni necessarie al sopralluogo (tuta, calzari, guanti) e pianificata l'attività di ricerca e rilevamento, iniziavo con la descrizione scritta della scena del crimine, disegnandola a mano libera, come di seguito descritto:

il medico legale non era ancora pervenuto e il personale sanitario si era limitato a constatare il decesso della vittima, lasciando il corpo nella esatta posizione in cui si trovava, presumibilmente, al momento del decesso. Il ragazzo, dell'età approssimativa di 20 anni, corporatura normale, nessun segno particolare, si trovava in posizione supina. Ben visibile una ferita da taglio all'altezza del collo. A tre metri di distanza erano presenti schizzi di sangue arterioso al suolo, e altre tracce dello stesso portavano direttamente al cadavere, sotto il quale si era allargata una vasta pozza di sangue. A un metro di distanza, alla destra del corpo, era adagiato al suolo un coltello a serramanico, con lama lunga 15 centimetri intrisa di tracce ematiche. Otto impronte di scarpe intrise di sangue erano presenti in direzione dell’uscita. Nella zona era in funzione l'impianto di videosorveglianza. Nessuna telecamera tuttavia era diretta in direzione del cadavere. Dopo aver fatto tutti i rilievi fotografici necessari e coadiuvato dalla polizia giudiziaria, la quale procedeva in osservanza all’articolo 354 del cpp, si procedeva inoltre al controllo sul corpo. Venivano prelevati dalle tasche dei pantaloni un portafogli contente la patente di guida e un accendino. Veniva quindi esattamente identificata la vittima. Si procedeva inoltre all’acquisizione di tutti i filmati delle telecamere presenti, nessuno dei quali forniva elementi utili alla ricostruzione della dinamica del crimine. Mentre i filmati eseguiti nei pressi dell’uscita venivano ritenuti fondamentali ai fini delle indagini.

A seguito del sopralluogo a spirale, eseguito in un raggio di venti metri, venivano repertati 4 mozziconi di sigaretta, due lattine e una bottiglia. Gli stessi reperti venivano fotografati con cartellini identificativi numerici e successivamente assicurati alla catena di custodia.

Si procedeva come anticipato all’intervista di due persone ferite, ancora allocate presso l’ospedale. Una di esse era in grado di descrivere la rissa e le parti coinvolte (tre in totale), riconoscendo il cadavere (mostrato tramite fotografia) quale partecipante alla rissa. Era altresì in grado di descrivere la dinamica dei fatti, essendo, al momento dell’evento, nelle immediate vicinanze. Erano le due del pomeriggio e non vi erano problemi di visibilità nonostante l’affollamento del luogo. Tramite la consulenza di un biologo forense si procedeva all’esame delle tracce ematiche sul coltello, e delle tracce di saliva sui mozziconi di sigaretta, sulle lattine e sulla bottiglia, per le comparazioni successive.

Venivano esaminati i video delle telecamere, come detto regolarmente acquisiti dalla A.G., dai quali venivano riconosciuti i due partecipanti alla rissa descritti e successivamente riconosciuti dalla testimone ferita.
Si riusciva a identificare uno dei due partecipanti filmati, essendo cliente abituale e noto agli organizzatori dello spettacolo. Previa autorizzazione del pubblico ministero, si procedeva quindi alla perquisizione della sua abitazione, e al sequestro di un paio di scarpe da ginnastica, le cui suole erano state accuratamente lavate. Si effettuava infine il prelievo di saliva per l’analisi del DNA.

A seguito della testimonianza della ferita, dell’acquisizione dei filmati delle telecamere di videosorveglianza, delle tracce ematiche rilevate sia sul coltello (il reo si era evidentemente ferito con la sua stessa lama nel colpire la vittima) che sulle scarpe, si era in grado di indicare gli elementi di responsabilità a carico del soggetto in questione.