La divulgazione storica in rete. Intervista a "Storie Romane".

Conosciamo da vicino la realtà della divulgazione storica in rete, facendocela raccontare da chi la svolge quotidianamente.

Proseguiamo la nostra esplorazione nel mondo della divulgazione storica in rete, facendola raccontare direttamente da chi se ne occupa.

Molti di noi hanno delle conoscenze piuttosto superficiali sull’antica Roma, la cui storia copre un periodo lungo svariati secoli, trattato solo in parte nei programmi della scuola dell’obbligo. La storia romana è stata spesso usata e abusata nei campi più svariati, dalla politica all’arte. Potremmo citare come esempio i colossal hollywoodiani degli anni ‘50 e ‘60, che hanno contribuito a diffondere diverse inesattezze, facendole diventare luoghi comuni.

Per fortuna esistono delle pagine di divulgazione che posso aiutarci a colmare le nostre lacune. Questa volta abbiamo intervistato Giuseppe Concilio, giovane laureato in storia, appassionato dell’epoca antica e ideatore di "Storie Romane". Si tratta di un progetto dedicato interamente all’antica Roma, in cui possiamo trovare informazioni relative a personaggi famosi, eventi importanti, usanze e curiosità. Il tutto viene trattato in modo approfondito, senza arrivare allo stile arido della saggistica, mantenendo tuttavia il necessario contatto con le fonti.

Come nasce “Storie Romane”? Ti sei ispirato a qualche progetto già esistente?

Storie Romane è un progetto realizzato, ideato e portato avanti da me fin dal 2016, che nasce come prova finale del master “Esperto in comunicazione storica” che ho frequentato a Roma Tre. Fin dal principio, per realizzare il mio progetto, ho fatto una ricerca in rete per comprendere lo stato dell’arte e trovare eventuali concorrenti, passando per un’analisi SWOT. Dopo essermi reso conto del panorama italiano (piuttosto carente all’epoca), ho realizzato che unire la mia passione riguardo la storia romana e la tecnologia potevano essere un buon connubio, non essendoci in Italia molti altri che la trattavano se non in modo – nel più dei casi – troppo superficiale o troppo di nicchia.
Parlando della nascita di Storie Romane in sé, ho creato dapprima il sito a inizio 2016 con alcune pagine fondamentali, utilizzando wordpress. In seguito, ho creato la pagina facebook Storie Romane, che è partita inizialmente come supporto per il sito, a metà dello stesso anno. Dopo di allora, un po’ per gioco, un po’ per noia, un po’ per valorizzare quanto fatto ho continuato ad aggiungere articoli e post su facebook e vedendone il buon risultato ho continuato ad essere costante, ottenendo un discreto successo. L’anno dopo, notando quando instagram fosse sulla cresta dell’onda, ho aperto anche un account instagram, che però ho iniziato a usare quotidianamente solo dal gennaio del 2018.

Parlaci un po’ di te.

Ho sempre avuto una grandissima passione per la storia e in particolare quella romana, fin dai primi anni di scuola. Pertanto, dopo il diploma ho deciso di iscrivermi al corso di storia dell’Università La Sapienza, dove ho conseguito la laurea triennale e poi magistrale. In seguito, ho approfondito lo studio della storia con due master di II livello a Roma e Modena e attualmente sto frequentando un dottorato di ricerca in Antichità Classiche all’Università di Tor Vergata. Da quando ho cominciato a lavorare a Storie Romane ho capito il successo che poteva avere e ho continuato a supportarlo negli anni, espandendolo: dal sito sono passato alla pagina facebook, poi instagram, fino a youtube, passando per altri social come twitter, tumblr e il gruppo facebook.

Nel pubblicare i tuoi articoli, segui qualche tipo di filo conduttore?

L’unico filo conduttore è lo stile che adotto, che cerca di essere non troppo complicato, ma al contempo di inserire al suo interno fonti e richiami dettagliati, che avvalorano la veridicità di quanto scritto. Proprio per questo motivo sono sempre stato molto riluttante ad estendere la mia piattaforma ad altri, dato che considero l’uniformità di contenuti un aspetto discriminante per garantire l’unicità e la qualità della mia variegata produzione.

Abbiamo notato che in molte pagine di divulgazione si fa uso dei meme; nella tua però non ne abbiamo visti. C’è un motivo particolare per cui non te ne servi?

Il mio intento è sempre stato – e sempre sarà – di garantire contenuti di qualità mantenendo uno stile serio ma che non si prende troppo sul serio; insomma, divulgazione, ma di qualità. Per questo motivo non ho mai deciso di puntare sui meme o sulla satira quanto di mostrare la mia preparazione e passione, cercando di pormi come divulgatore prima di tutto. Ovviamente questo va anche in parte a mio discapito, poiché sono consapevole di quanto contenuti di questo tipo siano graditi al pubblico.

In che modo ti organizzi il lavoro?

Cerco sempre di programmare i miei post, video e articoli con grande anticipo. Ho sempre a disposizione almeno un mese di programmazione di vantaggio, in modo da sopperire ad eventuali problematiche o impedimenti, dato che Storie Romane non è attualmente un progetto a tempo pieno. I post vengono programmati di solito in blocchi, mentre per gli articoli e i video il lavoro è più complesso: i primi richiedono uno sforzo creativo e realizzativo maggiore rispetto ai post, i secondi una notevole serie di passaggi (scrittura idea, registrazione audio, recupero di immagini, montaggio, upload dei filmati sulle varie piattaforme e infine programmazione), motivo per cui come in un’industria cerco di produrli in serie, per esempio registrando in un’unica occasione diverse registrazioni, per poi passare a montare più video allo stesso tempo etc.

Relativamente ai social network, hai delle preferenze? Ce n’è qualcuno che ritieni più adeguato alla tua attività?

Credo che instagram sia il social più adatto a gran parte delle mie esigenze, più semplice, rapido e al passo coi tempi. Ma non può fare da solo tutto quello che voglio. La pagina facebook permette una notevole varietà di approcci, dalle foto ai video, oltre alla condivisione di contenuti tramite il mio gruppo ufficiale, ma è molto più difficile emergere e trovare contenuti accattivanti. Nel complesso posso dire che instagram è più affine alle mie corde, ma facebook è fondamentale come piattaforma per mostrare i contenuti che posto altrove, come per esempio il mio sito internet, dove ho ormai centinaia di articoli di approfondimento e un’intera sezione di biografie, tra cui tutti gli imperatori romani fino a Giustiniano.

La storia dell’antica Roma può sembrare una materia di nicchia, eppure le tue pagine hanno un buon numero di follower. Che genere di pubblico ti segue? Hai svolto delle statistiche?

Attualmente ho circa 110.000 follower su facebook e 62.000 su instagram; in parte il maggiore successo di facebook è dovuto alla sua anteriorità, ma è anche vero che la possibilità di postare articoli del mio sito internet ha garantito una maggiore visibilità. Riguardo al mio pubblico, posso dire con certezza che quello di facebook è più anziano ed è fatto mediamente di cinquantenni, mentre su instagram l’età media è sensibilmente più giovane, in media di 20-30 anni. Ciò che ho notato però è che la provenienza geografica è ripartita in modo più simile, con in entrambi i casi una preponderanza dei romani sul totale.

Segui altri divulgatori? Se sì, quali?

Sui social è difficile trovare divulgatori di alto livello, ma ce ne sono alcuni che si distinguono, come Gabriele Campagnano o Marco Cappelli, che sta realizzando un bellissimo podcast sulla storia d’Italia a partire dall’Impero Romano. C’è poi Galatea Vaglio, che si occupa anche lei di storia antica. Riguardo mezzi più tradizionali come la tv devo dire di avere una particolare predilezione per il prof. Alessandro Barbero, che vedo come esempio di storico-divulgatore ed emblema di come si possa portare l’ambito accademico al di fuori delle ristrette cerchie universitarie. Anche Valerio Massimo Manfredi si è dimostrato, a mio parere, un esempio fulgido.

Quali caratteristiche ritieni siano peculiari del tuo progetto rispetto ad altri siti di divulgazione?

Ho seguito fin da subito tre strade maestre: la prima era quella di mettere a frutto la mia preparazione accademica senza essere né banale né troppo dettagliato, la seconda di essere costante nei contenuti, senza perdere mai un colpo, la terza di lasciar perdere tutti quegli argomenti che alla maggior parte del pubblico non sarebbero interessati. Per quest’ultimo punto c’è voluto maggior tempo e con l’esperienza ho potuto anche fare una scrematura ulteriore rispetto a quella fatta da me a monte, potendo vedere i dati statistici. Infine, ho sempre cercato di valorizzare al più possibile la qualità delle immagini che usavo e la loro pertinenza; penso che in questo il mio progetto abbia avuto una marcia in più, dall’unione di immagini di alta qualità e pertinenti, con contenuti testuali adeguatamente approfonditi.

Ringraziando Giuseppe per averci rilasciato l’intervista, vi ricordiamo che, se vi interessa “Storie Romane”, potete seguire questa pagina sui principali social network ai seguenti link:

Instagram ; Facebook ; Facebook (gruppo di discussione) ; Youtube ; Twitter ; Tumblr .