La Principessa Spia: Noor Inayat Khan
Tra il 1939 e il 1945 le potenze dell'Asse e gli Alleati combatterono la seconda guerra mondiale. In questo contesto Noor-un-Nissa Inayat Khan ebbe un ruolo fondamentale nella rete di spionaggio inglese in Francia.
Tra il 1939 e il 1945 le potenze dell'Asse e gli Alleati combatterono la seconda guerra mondiale. In questo contesto Noor-un-Nissa Inayat Khan ebbe un ruolo fondamentale nella rete di spionaggio inglese in Francia.
Noor nacque a Mosca il primo gennaio del 1914, da padre indiano e madre americana.
Il padre, Inayat Rehmat Khan Pathan, proveniva da una nobile famiglia indiana di religione islamica, discendente del Sultano indiano Fateh Ali Tipu; seguace del Sufismo, ne diffuse gli insegnamenti in occidente. Negli Stati Uniti, dove emigrò, conobbe e sposò Ora Ray Baker e dalla loro relazione nacquero la primogenita Noor e altri tre figli.
La famiglia si trasferì diverse volte seguendo i viaggi del padre nelle varie comunità di discepoli; poco dopo la nascita di Noor lasciarono la Russia per stabilirsi a Londra, dove la figlia frequentò l'asilo a Nothing Hill. Nel 1920 si trasferirono a Parigi in una villa donata alla famiglia da un allievo del padre. Qui la giovane frequentò l'ambiente dei discepoli del padre, provenienti da tutta Europa; apprese in quel periodo gli insegnamenti che caratterizzarono tutta la sua vita. Dopo la prematura morte del padre, avvenuta nel 1927, Khan si prese cura della madre malata di depressione e dei fratelli più giovani.
Fu descritta come una ragazza timida, sensibilie e sognatrice. Studiò psicologia infantile alla Sorbona e musica al consevatorio di Parigi, imparando a suonare l'arpa.
Durante la seconda guerra mondiale la Francia fu invasa dalle truppe tedesche, così la famiglia dovette fuggire ancora una volta in Inghilterra. Sbarcarono a Falmouth in Cornovaglia nel giugno del 1940.
Sebbene Noor fosse profondamente influenzata dagli ideali pacifisti del padre, decise di combattere il nazismo arruolandosi come operatrice radio nella Women's Auxiliary Air Force (WAAF).
In diversi rapporti Noor venne descritta come una persona estrememante idealista, spinta da un autentico spirito di sacrificio, creativa e fantasiosa. I suoi superiori si trovarono di fronte a un profilo particolare e non riuscirono in tempi brevi a coglierne le potenzialità: Noor apparve a tratti troppo idealista oltre che poco propensa a mentire, il che per un agente di intelligence poteva essere un limite. Un altro osservatore la definì come una persona che dava troppe informazioni e che sembrava non avere la più pallida idea del motivo per il quale fosse stata addestrata.
Probabilmente pochi dei suoi superiori ebbero le qualità che contraddistinsero l'agente Noor Inayat Khan.
Il ruolo di operatore radio in territorio ostile era l'incarico più rischioso: la durata media di un agente infatti si stimava in circa sei settimane, prima di essere scoperto.
Noor apparve bravissima nella gestione delle comunicazioni, ma inizialmente ebbe difficoltà nella decodifica di messaggi in entrata. Facendo leva su questa debolezza gli addestratori inglesi si opposero alla promozione di Noor come agente del SOE (Special Operations Executive), organizzazione segreta britannica autorizzata dal primo ministro Wintson Churchill a compiere azioni di sabotaggio in Europa, e cercarono di mettere freno alla sua carriera inviando un pessimo rapporto a Londra.
Il Colonnello Maurice James Buckmaster, al tempo responsabile delle operazioni, ricevette il rapporto su Noor e andò su tutte le furie: non convinto decise di incaricare Leo Marks capo crittografo del SOE di vederci chiaro. Costui indagò sul passato della giovane e studiò i dossier contenenti le note caratteristiche di Noor; sebbene i precedenti addestratori videro il carattere di Noor come un difetto, Marks lo considerò una virtù e forse la chiave per trasformarla in un'ottima agente.
Marks osservò i miglioramenti di Noor nella decodifica di messaggi, spedì un rapporto entusiasta a Buckmaster il quale decise di inviare immediatamente la nuova agente in Francia.
Il 16 giugno 1943 Noor volò in Francia con l'identità di un'infermiera, Jeanne Marie Renier; nome in codice per le comunicazioni radio: Madeline.
Noor fu destinata alla rete radio Prosper, una delle più importanti in territorio francese, punto di contatto tra la resistenza e i militari brittanici.
Nel quartier generale della rete Prosper, nascosto all'interno dell'Accademia Nazionale di Agricoltura, Noor iniziò a trasmettere informazioni a Londra. Durante i lavori all'interno dell'Accademia conobbe Francis Alfred Suttill capo della rete.
Pochi giorni dopo Henri Déricourt, l'agente che accolse Noor all'atterraggio dell'aereo, fu sospettato di fare il doppio gioco e passare informazioni ai tedeschi. Il 24 giugno 1943 sette giorni dopo l'arrivo di Noor nella squadra, Suttill fu arrestato dalla Gestapo, e gli operatori della rete eliminati uno a uno. Il personale catturato venne portato a Parigi al numero 84 di Avenue Foch, nei locali dove i tedeschi detenevano i nemici. Dopo giorni di interrogatori e violenze Suttill confessò, fu deportato in campo di concentramento e giustiziato.
A questo punto il rifugio presso l'Accademia dell'Agricoltura non era più sicuro e Noor dovette scappare a Parigi in bicicletta. La consapevolezza di essere rimasta l'unico operatore radio, per di più circondata da spie e traditori, non la scoraggiarono; Noor riuscì a trovare un nuovo alloggio messo a disposizione dalla resistenza francese e ristabilire i contatti con Londra.
Buckmaster, resosi conto del pericolo che Noor stava correndo, propose di inviarle un aereo per riportarla al sicuro in Inghilterra; Noor però rifiutò categoricamente in quanto era rimasta l'unico legame con Londra.
Nel frattempo i nazisti intensificarono i controlli per mezzo di furgoni dotati di sistemi di radio goniometria, che potevano rilevare con precisione la provenienza delle trasmissioni radio clandestine. Per evitare di essere localizzata, una comunicazione non doveva superare i cinque secondi; nonostante tutto Noor riuscì a inviare informazioni sugli agenti caduti, anticipare date e orari di attacchi aerei e coordinare la liberazione di agenti alleati catturati dietro le linee nemiche.
Noor lavorò ininterrottamente anche se ormai la Gestapo era a conoscenza della sua identità; fu infatti costretta a cambiare spesso aspetto per non farsi scoprire.
Durante la permanenza a Parigi Noor evitò per molto tempo di tornare a vedere la casa dove trascorse parte della sua infanzia, ma rimasta sola e esausta commise l'errore di recarsi nel vecchio quartiere in cerca di un'amica di famiglia.
Le attività dell'agente Noor Inayat Khan in territorio francese durarono quattro mesi: fu arrestata il 13 ottobre del 1943, tradita da Rene Garrie che comunicò ai tedeschi l'alloggio dell'agente britannica. In questo modo codici radio e messaggi destinati agli inglesi caddero in mano nazista con la possibilità di poter depistare le attività.
Gli interrogatori andarono avanti invano per giorni, ma Noor non intendeva collaborare; anzi partecipò a un rocambolesco tentativo di fuga con gli altri prigionieri, che tuttavia venne sventato dai tedeschi.
Per Josef Kieffer, Sturmbannführer delle SS tedesche, questa fu la goccia che fece traboccare il vaso: inviò una comunicazione a Berlino classificando Noor come prigioniera "Nacht und Nebel", ovvero "Notte e Nebbia" che nel gergo dell'epoca indicava una persona che doveva sparire per sempre.
Dopo altre tre settimane di interrogatori e un anno di prigionia, Noor venne infine internata a Dachau, dove affrontò la parte più dura della realtà alla quale si era opposta.
A Noor Inayat Khan è stata riconosciuta postuma la Croce di San Giorgio, il piu alto riconoscimento civile in Gran Bretagna, mentre in Francia le è stata assegnata la Croix de Guerre con stella d'oro.
Fonti: