Quando ci si riferisce ai diari del giudice Falcone, nell'immaginario collettivo viene facile pensare ad agende cartacee piuttosto che a quelle elettroniche.
Eppure Giovanni Falcone utilizzava per memorizzare appuntamenti e note due databank; precisamente una Casio SF 9500 con 64 Kb di memoria[1] e una Sharp IQ 8200 da 128 Kb[2].
I databank erano delle agende elettroniche tascabili utilizzate nel periodo a cavallo tra gli anni ottanta e novanta, rese poi obsolete dall'avvento dei palmari e, successivamente, dagli smartphone. Dotate di schermo monocromatico e di una memoria pensata principalmente per contenere file di testo, i modelli più avanzati avevano la possibilità di interfacciarsi con i personal computer per lo scambio di dati e documenti.
Giovanni Falcone era solito annotare i suoi impegni contemporaneamente sui due dispositivi che aveva a disposizione. Le agende vennero poi recuperate dall'autorità giudiziaria poco dopo la strage di Capaci. Il 14 luglio 1992 a distanza di pochi mesi dai tragici eventi, il procuratore capo Salvatore Celesti incaricò due consulenti per analizzare le memorie dei dispositivi: Luciano Petrini e Gioachino Genchi.
Le agende elettroniche somigliavano a dei computer in miniatura, dalle dimensioni di circa due pacchetti di sigarette, dotate di tastiera e di un piccolo schermo a cristalli liquidi. Sulla Casio era possibile immagazzinare appunti fino alla lunghezza massima 64.000 caratteri, sulla Sharp fino a 128.000. Dalle analisi dei periti emerse che per ogni annotazione memorizzata sulla Sharp, ce n'era una identica sulla Casio. Solo in pochi casi alcuni appuntamenti erano presenti su una sola delle agende. Quasi mai nello stesso giorno risultavano appuntamenti diversi. Secondo i periti, da queste evidenze risultava chiaro che il giudice utilizzasse regolarmente i dispositivi per organizzare la propria vita professionale.
Per comprendere l'importanza delle informazioni contenute negli appuntamenti dei databank, basti pensare che Giovanni Falcone annotò nelle agende tutti gli incontri propedeutici al suo passaggio presso il Ministero di Giustizia; da quello del 15 febbraio con Claudio Martelli all'incontro con il Presidente della Repubblica Francesco Cossiga il 19 febbraio, così come gli incontri avvenuti negli Stati Uniti e gli appuntamenti con i vertici istituzionali all'ambasciata argentina.
Un dettaglio che colpì l'attenzione dei periti (e non solo) fu l'impossibilità di analizzare la memoria esterna dell'agenda Casio, che risultava smarrita. Questo suscitò il dubbio che in essa potessero esservi stati annotati dati utili a ricostruire gli ultimi giorni di attività del giudice Falcone.
Effettivamente, con il modello Casio SF 9500 si poteva utilizzare una scheda di memoria esterna denominata ES-100 RAM, la quale consentiva di immagazzinare ulteriori informazioni.
L'analisi forense ai diari digitali del giudice Giovanni Falcone rappresenta un tassello di particolare interesse storico, non privo di risvolti delicati; infatti, poco tempo dopo la deposizione al Tribunale di Caltanissetta dell'ingegnere Luciano Petrini, lo stesso fu trovato morto nel suo appartamento di Roma, come si può leggere in un articolo di Repubblica pubblicato all'epoca [3].
Le vicende riportate nel presente articolo possono considerarsi pionieristiche dal punto di vista delle scienze forensi; l'utilizzo delle prime versioni di dispositivi mobili unite all'importanza del contesto invitano il lettore interessato ad approfondire il caso. Attenzione però a non sottovalutare la complessità delle vicende che incontrerete durante lo studio.
Il rispetto verso i protagonisti e le istituzioni coinvolte ci costringono ad una doverosa moderazione nell'esporre opinioni personali riguardo ai delicati eventi che caratterizzano la storia del nostro paese.
Fonti:
I diari di Falcone. Le verità nascoste nelle agende elettroniche del giudice di Edoardo Montrolli ISBN: 9788832960334
[1] Manuale utente Casio SF-95000
[2] Manuale utente Sharp IQ 8200
[3] Assassinato il Perito che studiò i diari di Falcone - La Repubblica 10/05/1996
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