Si possono bruciare 10 miliardi di dollari in 14 giorni? Il regalo di Natale all'umanità.

Il lancio del telescopio spaziale James Webb comporta grandi rischi, ma costituisce un'opportunità per tutto il genere umano.

James Webb fu una personalità importante del governo americano; sottosegretario di Stato dal 1949 al 1952, fu amministratore della NASA tra il 1961 e il 1968. Assegnato a quell'incarico da Kennedy, supervisionò le prime missioni con equipaggio dei programmi Mercury e Gemini fino a pochi giorni prima del lancio della prima missione Apollo; si occupò poi anche dell'incendio dell'Apollo 1.
Proprio in memoria di James Webb è stato battezzato il telescopio spaziale più grande ed innovativo che l'umanità è riuscita a costruire, dopo Hubble.

Il telescopio James Webb, nato dall'unione delle forze di NASA, ESA e CSA, è in grado di vedere la luce nello spettro dell'infrarosso e nel vicino infrarosso. Questo permetterà di guardare attraverso le nebulose e mostrarci stelle e pianeti che non era possibile vedere prima.
Lo specchio grandissimo (6,5m di diametro, contro i 2,4m dell'Hubble), composto unendo 18 specchi esagonali, permetterà di osservare le prime stelle nate nell'universo.

Siamo quasi arrivati al giorno del lancio che, dopo svariati rinvii per problemi tecnici e di meteo, è stato programmato per il 25 Dicembre alle ore 13:20 Ora Italiana, dalla base ESA in Guyana francese.
Per portare in orbita questo maxi concentrato di tecnologia verrà utilizzato un razzo Ariane 5 opportunamente modificato per ospitare il telescopio.
Questa missione concentra nel giro di un paio di settimane tutti i possibili rischi di fallimento dopo decenni di progettazione e costruzione di tutte le parti che lo compongono.

Cosa potrebbe andare storto?

Vediamo alcune delle fasi più difficili da superare per portarlo in orbita, ricordando che complessivamente la missione è costata circa 10 miliardi di dollari.
Una missione che non ammette repliche, il James Webb è costruito in singola copia.

Punto lagrangiano L2 - Foto di: NASA.gov

L'orbita in cui verrà posizionato il telescopio si chiama punto di Lagrange L2 ed è un particolare punto in cui un oggetto di massa piccola può mantenere
una posizione fissa. Il punto L2 si trova a 1,5 milioni di km dalla terra, circa 4 volte più lontano della Luna, di conseguenza ogni missione di riparazione
risulterebbe praticamente impossibile, almeno con le tecnologie attuali.

Fasi di lancio - Foto di: NASA.gov
  1. Il lancio
    Sebbene l'Ariane 5 abbia dimostrato grandissima affidabilità (l'ultima esplosione di un razzo Ariane 5 risale al 2002 e nel gennaio 2018 ci fu un fallimento parziale, riuscendo comunque a mettere in orbita il carico), ogni lancio comporta dei rischi.
    Dopo 3 minuti dalla partenza, il razzo si disferà delle carenature che proteggono il carico fino a quando l'atmosfera è troppo densa.
    Dopo 9 minuti, mentre il razzo starà sorvolando l'atlantico, ci sarà la separazione del primo stadio e verrà acceso il secondo stadio.
    Dopo 25 minuti avverrà la separazione del secondo stadio e, da quel momento, il James Webb potrà contare solo sui suoi propulsori.
  2. Il dispiegamento dei pannelli solari e l'apertura dell'antenna
    I pannelli solari sono fondamentali per poter alimentare il telescopio; un problema nel dispiegamento comporterebbe il fallimento della missione ed il telescopio andrebbe perso per sempre. Stessa sorte nel caso in cui l'antenna non dovesse aprirsi.
  3. Lo scudo solare
    Dopo 3 giorni di viaggio inizieranno le operazioni per l'apertura dello scudo solare, fondamentale per proteggere la strumentazione dal calore del Sole (questa operazione si completerà nell'arco di 72 ore circa con la messa in tensione delle vele).
    Dopo 5 giorni si apriranno dei pannelli riflettenti che sfruttando la pressione della luce solare manterranno in un determinato bilanciamento il telescopio.
  4. Abbassamento della temperatura
    Grazie allo scudo solare il telescopio esporrà solo i pannelli solari al sole e tutto il resto verrà tenuto all'ombra, alla temperatura di -223°C.
  5. Gli specchi
    Dopo 11 giorni dal lancio inizierà l'apertura della struttura di supporto per lo specchio secondario (serve per concentrare la luce proveniente dallo specchio primario verso gli strumenti scientifici).
    In contemporanea dovrà attivarsi un radiatore per dissipare il calore prodotto dagli strumenti scientifici.
    Tra il 13° e il 14° giorno avverrà poi l'apertura dei 6 esagoni laterali che andranno a completare lo specchio primario.
  6. Operatività
    Dal 15° al 160° giorno dopo il lancio il telescopio completerà alcune piccole operazioni, come l'allineamento degli specchi e i test finali.
Dettaglio composizione specchi - Foto di: NASA.gov

Queste sono una piccola parte delle procedure che presentano un grado di rischio tale da mandare all'aria letteralmente la missione e, anche se abbiamo semplificato molto la descrizione delle fasi delicate che dovrà affrontare il James Webb, la NASA dice che ci sono oltre 300 operazioni che potrebbero fallire.

Un fallimento porterà non solo alla perdita dei 10 miliardi di dollari investiti, ma anche a quella di una grande opportunità per il genere umano: la possibilità di fare nuove scoperte scientifiche, impossibili senza questo strumento. Uno strumento pensato per la prima volta negli anni 90 e visto, all'epoca, come un progetto fantascientifico.

Ci auguriamo ovviamente che il lancio possa essere un pieno successo, un regalo di Natale (vista la data di lancio) stupendo per l'umanità, dimostrando quanto persone da tutto il mondo, unite in squadra, siano in grado di realizzare imprese ritenute impossibili.