Nel 2010 esce nelle sale cinematografiche americane "The Experiment" diretto da Paul Scheuring [1].
E’ un triller psicologico che racconta la storia vera dell’ "esperimento di Stanford" ideato dal professor Philip Zimbardo docente universitario dell’università inglese che diede il nome al progetto.
Ambientato in un carcere simulato nei sotterranei dell’università americana l’esperimento aveva la finalità di studiare l’ "effetto Lucifero" ovvero la modifica dei comportamenti di soggetti isolati e fortemente identificati in termini di ruoli e responsabilità [2].
Un gruppo di persone selezionate in modo da raccogliere profili eterogenei dal punto di vista sociale e psicologico viene coinvolto per vivere 30 giorni all’ interno della struttura ricostruita come penitenziario.
Un gruppo dovrà recitare la parte dei carcerieri, l’altro del detenuti.
Le regole (compliance) sono apparentemente semplici.
- I detenuti devono consumare 3 pasti al giorno e tutto il cibo deve essere consumato.
- I detenuti devono svolgere 30 muniti di ricreazione giornaliera negli appositi spazi.
3 I detenuti devono accedere solo alle aree a loro destinate.
4 I detenuti possono parlare solo se ci si rivolge direttamente a loro.
5 I detenuti non possono mai toccare le guardie.
Come “norma di chiusura” viene inserita una regola fondamentale ai fini dell’esperimento: se i detenuti infrangono una regola dovranno essere puniti “commisuratamente” alla violazione.
Professore: Se saranno registrati episodi di violenza o se regola infranta non avrà come conseguenza una sanzione “commisurata” in 30 minuti, si accenderà un luce rossa, l’esperimento sarà sospeso e nessuno dei partecipanti, né guardie né detenuti, sara pagato.
L’esperimento aveva quindi la finalità di studiare il fattore umano e gli effetti comportamentali di persone che appartengono a gruppi fortemente identificati (in questo caso attraverso la divisa di guardia o detenuto). Inoltre la finalità era di valutare gli effetti di regole non precise (cosa significa commisuratamente?) sui sistemi organizzativi fortemente orientati al controllo.
Emersero elementi sconcertanti degli effetti sull’organizzazione in un contesto nel quale le regole non sono chiare.
Guardia: “Ma..cosa vuol dire commisuratamente?”
L’intero l’esperimento è osservato da telecamere sempre attive che permettono al comitato scientifico di visionare in diretta ogni comportamento ed attivare nel caso la luce rossa per interrompere l’esperimento. La luce rossa non si accenderà per molti giorni malgrado le guardie si fossero abbandonate a comportamenti di violenza psicologica ed di abusi. La mancanza di segnalazione e censura di tali comportamenti da parte dell’autorità rappresentata dalla luce rossa veniva infatti letta dal gruppo “guardie” come un segnale di assenso da parte dell’autorità stessa nel perpetrare tali comportamento.
Guardie (mentre brindano con una birra dopo una punizione corporale): “Sono passati 30 minuti! La luce rossa non si è accesa? Immagino che abbiamo il verdetto! ”
Il fattore legato all’isolamento ha un forte ruolo nell’esperimento con un impatto sui processi interni. Di fatto il “flusso informativo” tra l’esterno e l’interno è legato unicamente all’attivazione (o non attivazione) della luce rossa.
L’esperimento si conclude in modo drammatico: si registrarono abusi e comportamenti traumatizzanti da parte delle “guardie”. A causa della mancata accensione della luce rossa le “guardie” furono portate a ritenere legittimo abusare della loro funzione nella convinzione che una “non segnalazione” fosse come un implicito messaggio di assenso verso la sanzione da loro decisa e valutata come "commisurata" da parte dell’istituzione.
Ecco il fine dell’esperimento. La luce non avrebbe dovuto suonare.
Era stato così stabilito dagli organizzatori dal principio dell’esperimento. Anche in caso di abuso.
L’esperimento fu ampiamente criticato dalla comunità scientifica e tutt’oggi il suo effettivo svolgimento é controverso come ricostruzione. I partecipanti infatti diedero versioni molto diverse dell’accaduto.
Tenendo presente le evidenti differenze dei contesti aziendali, scientifici e carcerari, quali aspetti raccontati nel film The Experiment possono essere utili per una corretta analisi dei rischi dei fattori legati al fattore umano e comportamentale nelle organizzazioni?
L’importanza di individuare regole chiare e condividerle.
Durante l’esperimento l’attivazione della sanzione veniva provocata da infrazioni alle regole chiare ma in un contesto di non chiarezza del metodo di calibrazione della gravità nella risposta. In altre parole é chiara la regola ma non quanto va punita.
In questo senso veniva individuato nel suono della sirena rossa la conferma o la censura di comportamenti sanzionatori non adeguati in quanto la situazione era costantemente monitorata dal comitato scientifico che conduceva l’esperimento in corso.
Guardia: “La Luce rossa non si è accesa! Lo hanno visto ma non si è accesa” (...) "la Luce rossa è unica cosa che abbiamo… per sapere qualcosa!”.
Tale situazione mostra come il rischio di un flusso informativo non efficace possa portare ad errori interpretativi degli indirizzi di comportamento in situazioni controverse. Possiamo servirci di un esempio del campo della sicurezza delle informazioni: se viene rilevato frequentemente un comportamento non sicuro in termini di sicurezza dei dati da parte del soggetto preposto al monitoraggio e tale comportamento non viene segnalato significa che il comportamento è sostanzialmente tollerato e quindi organizzativamente legittimo?
In tal caso viene attribuito il peso delle decisioni interamente sulle responsabilità (e sulla responsabilità) individuale. Pensiamo ad un potenziale guasto della luce rossa. In questo caso è evidente come un flusso informativo non efficace può portare a conseguenze rilevanti e pericolose. Il rischio è di perdere la leva del monitoraggio e quindi il presidio sul processo. Il fattore umano emerge sempre come protagonista nella efficace gestione dei sistemi organizzativi e di gestione aziendale.
Guardia: “Rispondere commisuratamente! Non voglio che la luce si accenda perché non abbiamo fatto il nostro dovere. La parola commisuratamene significa che rispondiamo in modo.. simile all'offesa”.
L’importanza di condividere le situazioni non conformi e confrontarsi sulle cause.
Emerge l’importanza di fornire un ritorno a conclusione del processo di monitoraggio (ad esempio a seguito delle attività di audit) attraverso una chiara e condivisa esposizione delle risultanze [3].
A seguito di un’attività di verifica o di audit la mancata segnalazione di un comportamento non conforme può innescare un fenomeno di conferma involontario alla situazione rilevata. A tal fine esistono documenti specifici ISO che disciplinano tali aspetti.
In conclusione la visione del film di Paul Sheuring può rappresentare un momento di riflessione per presidiare e migliorare un sistema di gestione considerando quanto il fattore umano possa essere il peggior nemico o il migliore alleato per il benessere organizzativo (e non solo) di ogni organizzazione.
Note
[1] L’ ambientazione carceraria è particolarmente amata da Scheuring in quando autore e co-produttore della serie Prison Break.
[2] Le tesi alla base di questo esperimento vengono analizzate da Zimbardo in un suo saggio del 2007 (in Italia, pubblicato nel 2008) intitolato L'effetto Lucifero. L'effetto Lucifero. Cattivi si diventa?
Nel 2015 é uscito un film omonimo che racconta la storia dell’esperimento. Nella versione di Sheuring vengono adattati alcuni aspetti per necessità narrative ma non viene stravolto il senso ai fini del presente articolo.
[3] Si considerino gli elementi che descrivono le caratteristiche della riunione di chiusura secondo gli standard ISO. Tali requisiti sono finalizzati a massimizzare la condivisione delle risultanze e delle valutazioni finali a tutela di tutti i soggetti coinvolti.
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